Se siete tra i pochi a non aver ancora letto The Game, il nuovo romanzo di Alessandro Baricco, rimediate al più presto. Perché? Il motivo è semplice. Per capire come la civiltà sia arrivata ad assumere la posizione uomo/tastiera/schermo.

Attenzione: no spoiler su The Game, solamente alcune riflessioni

Probabilmente molti di noi non si sono mai davvero soffermati a riflettere su quanto questo decennio sia stato influenzato da una serie continua di mutazioni tecnologiche. Rivoluzione digitale la chiamano. Eppure, non è importante quanto siano cambiati gli strumenti che utilizziamo quotidianamente, nè tanto l’uso che ne facciamo e ne faremo. E neppure in che misura la mente umana si stia modificando in relazione all’utilizzo del digital, quanto il perché stia avvenendo tutto questo.

Alessandro Baricco con The Game cerca di rispondere raccontando, attraverso una vera e propria “mappa”, il mondo parallelo che sta sempre più assumendo una forma precisa e composta da siti, social, tool, app etc… e che ogni giorno, tutti noi visitiamo più o meno consapevolmente.

Chi non conosce Alessandro Baricco difficilmente può anche solo immaginare quanto uno scrittore riesca a riempire interamente i teatri, solo e soltanto con un libro, con la sua pacata presenza, fatta di riflessioni e domande, alcune delle quali non trovano risposta. Eppure l’altra sera il Teatro Franco Parenti di Milano ha segnato il sold out. Sala Grande e foyer, in cui all’ultimo è stata allestita una platea improvvisata con un maxi schermo per assistere alla presentazione, pieni all’inverosimile di persone.

Segno che la cultura piace ancora e l’umanità ha ancora sete di sapere, capire e stare a contatto dal vivo gli uni con gli altri, nonostante la retorica populista dica che “L’Internet” abbia ucciso le relazioni e la curiosità.

In quasi due ore Alessandro Baricco ci ha intrattenuto con la sua geniale visione di questo mondo moderno, e anche un po’ spaventoso per chi non può essere definito un nativo digitale. Un mondo che ha iniziato a trasformarsi, per volere dell’uomo stesso, e a diventare leggero, veloce e immateriale nel momento in cui quasi ognuno di noi ha potuto mettere le mani su una tastiera.

The game e gli umani aumentati

«La rivoluzione digitale non ha cambiato noi, siamo noi che, essendo cambiati, abbiamo creato gli strumenti tecnologici che ci servivano; non siamo vittime degli smartphone, dei social network, dell’intelligenza artificiale e via dicendo, 
siamo noi che abbiamo voluto essere “umani aumentati”».
Alessandro Baricco

Quando ci si confronta sul tema della rivoluzione digitale, si sentono ancora troppo spesso frasi del tipo “sono sparite le relazioni umane, siamo schiavi degli smartphone, internet è pieno di fake news…”, quando in realtà l’uomo non ha cambiato il suo essere ma solo il mezzo attraverso il quale rivela la propria personalità. Con il termine “umani aumentati” Baricco focalizza l’attenzione non più solo sullo strumento tecnologico che è cambiato ma sul salto mentale che ognuno di noi ha fatto e che lo ha portato a creare ciò di cui aveva bisogno. Una civiltà nuova, unita da una rete senza barriere, dove l’informazione è alla portata di tutti e dove non si è vittime della tecnologia ma la si utilizza al fine di generare movimento, apertura, scambio.

Il grande gioco mentale del The Game

«Molti di noi volevano cambiare il mondo cambiando la testa della gente ma è una perdita di tempo. Cambiate gli strumenti che la gente ha in mano e cambierete il mondo»
Stewart Brent

Come un gioco (d’altronde nel saggio si inizia ad analizzare proprio dai videogames la rivoluzione digitale) la narrazione di Baricco è ottimista nell’approccio alle nuove tecnologie in cui realtà e realtà virtuale sono in stretta connessione l’una con l’altra e dove ad emergere è il messaggio che la salvezza dell’umanità sta nel continuo movimento: di idee, di pensieri, di dati. 

Ma la cosa strana è che The Game fa riflettere soprattutto su chi eravamo prima di tutta questa rivoluzione digital-mentale: quando non si avevano a disposizioni milioni di canali sui quali scegliere un programma tv, quando prima di leggere un libro si annusavano le pagine e il nostro tempo era dilatato e non occupato da chat, social e acquisti on-line.

Eppure, questa epoca ci piace, anche se ci spaventa allo stesso tempo. Non parlo delle nuove generazioni che hanno molta più curiosità di quella che pensiamo e sanno benissimo come sfruttarla. Quello che spaventa chi sta vivendo la rivoluzione digitale e non ci è nato dentro, è che non ha ancora capito cosa farsene realmente di tutte queste informazioni.

Per comprendere pienamente questa evoluzione mentale prima ancora che digitale, è necessario iniziare a filtrare le notizie che ogni giorno si ricevono e si trovano in rete, imparare a leggere bene ciò che si vede sui social, approfondire il più possibile gli argomenti, selezionare le condivisioni, condividere dando forma e sostanza ad un pensiero, per costruire una propria identità digitale il più possibile attendibile e veritiera.
Perché solo dal confronto con gli altri possiamo analizzare la rivoluzione digitale ed il cambiamento dell’uomo in questa epoca da un punto di vista che non sia solo il nostro e neanche di chi, a questo cambiamento, ha dato inizio.

Cosa ne pensi della rivoluzione digitale e come ha cambiato la tua vita?
Parliamone nei commenti ⤵